mercoledì 7 aprile 2010

Terza parte

Il momento che si stava prospettando era il classico "ora o mai più", d'altronde la cifra richiesta al momento era di "soli" 3900 € iva compresa, tutto sommato un'esborso reltivamente modesto a fronte dei prospettati guadagni che entro poco tempo si sarebbero realizzati, ammortizzando così il costo iniziale.

Il desiderio di avere una propria attività imprenditoriale, la convenienza della promozione in corso e tutte le altre considerazioni già dette,  c'inducevano a sottoscrivere il contratto senza perdere tempo e quindi abbandonando ogni proposito precauzionale che ci eravamo imposti fin dall'inizio di questa vicenda.

L'addetto commerciale ci elencava alcuni punti del contratto enfatizzando il fatto che l'azienda prevedeva contrattualmente solo un minimo di fatturato mensile che si sarebbe raggiunto con facilità, ma che tuttavia sopratutto i primi tempi non avrebbe fatto rilievo alcuno qualora non fosse stato raggiunto.

Quindi sorvolando su altri punti dandoli per letti (consiglio ai lettori di leggere sempre atttentamente tutti i punti contrattuali e non solo di fare visionare ad un esperto il contratto stesso) si apponeva la firma, versando contestualmente un assegno di 3900 €, come previsto per l'apertura dello store on line che sarebbe avvenuta al più presto nel rispetto dei tempi tecnici.

A questo punto non rimaneva che rientrare alla nostra abitazione ed attendere le comunicazioni da parte del franchisor che avrebbe comunicato i dettagli procedurali per l'attivazione dello store e della data in cui si sarebbe tenuto il previsto corso di formazione, presso la sede della casa madre.

Trascorsi quindici giorni circa, venivamo invitati dal franchisor a comunicare il nome che si voleva dare al sito, che poi in realtà si sarebbe rivelato essere un sottodominio di quello principale, di cui ricalcava in tutto e per tutto le pagine web.

Coniato il nome del sito secondo il nostro intendimento, veniva inviato alla casa madre che l'abilatava, infatti dopo pochi giorni era possibile operare sullo stesso  effettuando acquisti simulati, secondo le istruzioni ricevute per impratichirci delle varie funzioni...
    

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mercoledì 10 marzo 2010

2° Parte - La firma

come dicevamo, il nostro interlocutore, dopo avere ampiamente spiegato le altissime potenzialità del network, ci proponeva di aderire al businnes nella formula franchising, con entusiasmo ci dichiaravamo ben disposti alla proposta che prevedeva la gestione di uno store direttamente da casa.

Altro non rimaneva che sottoscrivere il contratto, ma prima di procedere all'adesione opportunamente chiedevamo di poter far visionare da uno studio legale o da un esperto consulente in materia, il contratto di affiliazione e solo in un secondo momento sottoscrivere la proposta.

Per tutta risposta l'addetto commerciale spiegava che non era possibile fare uscire dai locali il contratto di adesione, motivando l'assunto per il timore della concorrenza in quanto vi era il rischio di far scoprire le strategie commerciali dell'azienda.

In alternativa proponeva di tornare con un nostro consulente o avvocato, però se avessimo scelto quest'ultima ipotesi avremmo corso il rischio di trovare un aumento del costo dell'affiliazione, che al momento era in promozione.
  quindi dovevamo decidere in fretta per non perdere l'appetitosa opportunità.

Di fronte a queste affermazione sono cadute tutte le reticenze, d'altronde come si poteva dubitare di tanta buona disposizione e poi era un'occasione unica, da non lasciarsi assolutamente sfuggire, perché altri erano pronti a subentrare al nostro posto,